Fattici a loro vicini, andammo ad essi per il ghiaccio, e gli aiutammo a portar sopra il ghiaccio quello che avevano nel battello e a tirar esso battello sul ghiaccio, e con gran fatica e difficultà li ritornammo nell'acqua aperta del mare. Mentre erano cosí trattenuti nel ghiaccio, ricercammo sul lito del continente delle legna, con le quali acceso il fuoco, sendo congiunti insieme facemo una panata di pane e acqua per metter qualche cosa nello stomaco, e ci fu molto saporita.
27 soffiando prospero levante facemmo vela, e passammo il promontorio Nassoviese circa un miglio al lato occidentale di esso promontorio, ove di nuovo trovammo vento contrario, sí che di nuovo bisognò serrar le vele e andar a remi. Tra tanto, mentre navigamo lungo il ghiaccio fermo e il continente, trovammo tanta copia di rosmari a giacere sopra il ghiaccio che non ne vedemmo mai tanta, né si poté contar il numero, con gran numero appresso d'uccelli, nelle quali scaricando insieme dui schioppi, con quel colpo ne cogliemmo 12, li quali li portammo nelle barche. Navigando noi in questo modo, levossi uno nuvoloso aere, onde di nuovo incorremo nel ghiaccio che scorreva, sí che ci fu forza tornar al ghiaccio fermo e ivi fermarsi fino che fussero sgombrate le nebbie. Il vento poi che ci era contrario soffiava da maestro tramontana.
28 detto, circa il levar del sole sponemmo sopra il ghiaccio tutto quello che avevamo nelle barche, nel quale poi tirammo anco esse barche, percioché eravamo cosí stretti da ogni parte dal ghiaccio e il vento veniva dal mare, temendo di esser cosí stivati intorno che non trovassimo piú uscita.
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Nassoviese
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