Perdemmo quel giorno due botte di biscotto, una cesta piena di panni di lino, la botte piena d'arme e tutto il meglio de' marinari con l'annello astronomico, un fascio di panno di grana, un vascello d'oglio e uno di vino e alquante pezze di cascio.
2 luglio, intorno al levar del sole di nuovo venne a noi un orso, il quale udito il nostro strepito fuggí. Sendo poi il sole circa ponente garbino, si levò un bel tempo, onde subito cominciamo a riparar il battello con le tavole con le quali avevamo fatto il tavolato del corpo. Essendo adunque tre di noi occupati intorno al riparar il battello, gli altri sei andarono piú verso il continente, sí per trovar legna come per portar qualche pietra da por sopra il ghiaccio per accender il fuoco, per liquefar la pece per impeciar il battello, e sí ancora per veder se trovassero qualche legno che fusse buono per far un arbore per esso battello: il qual trovarono, con alcuni sassi, e tutto portarono dove si lavorava. Ritornando poi ci riferirono aver trovato qui alcuni legni tagliati, e portarono anco li conii co' quali si fendono le legna, onde appareva che quivi fussero stati uomini. S'affrettavamo poi quanto potevamo ad accender il fuoco, e disfar la pece, e far il resto che era necessario intorno al riparar di quel copano, sí che l'avemmo accommodato circa il sole in 4° tramontana greco. Cuocemmo anco gli uccelli che con gli schioppi uccidemmo e li mangiammo.
Come talmente fummo dal ghiaccio stretti che 'l battello andò in pezzi, onde fummo in gran pericolo della vita e perdemmo molte robbe, e se volevamo prender una cosa ci cadeva l'altra e andava sotto il ghiaccio, che si spezzava sotto ai piedi, e quasi ci scavezzò le gambe e ci affogò sotto.
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