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      Il ghiaccio poi di nuovo veniva verso noi in gran furia, e sei marinari andarono nel continente e portarono delle legna per far fuoco, per cuocer il mangiare.
      6 luglio fu aere nubiloso, ma intorno sera soffiando siroco cominciò a farsi sereno; per il che si reficiammo alquanto, nientedimeno stammo fermi sul ghiaccio.
      7 luglio fu bel giorno misto però con leggier pioggia, spirando ponente garbino, ma verso sera 4° ponente maestro. Andati verso l'acqua aperta, uccidemmo 13 uccelli che stavano sul ghiaccio scorrente, li quali portammo sopra il ghiaccio fermo.
      8 detto fu nubiloso e umido aere; poi degli uccelli uccisi e cotti aveamo fatto un buon banchetto. Verso sera cominciò a far vento da greco, che ci diede speranza di partir di qua.
      9 di luglio di mattina cominciò il ghiaccio a scorrer giú, sí che intorno l'orlo della terra avevamo l'acqua aperta, e similmente il ghiaccio fermo dove eravamo fermati cominciò a muoversi. Perciò il nocchiero andò a pigliar la cestella e il fascio di panno lasciato nel ghiaccio e portarli nella barca, e tirammo essa barca nell'acqua per distanza di passa 340, il che ci fu molto difficile, per l'estrema fatica e imbecillità nostra. Facemmo poi vela circa all'ora che 'l sole era in ostro siroco, spirando levante; ma intorno al tramontar del sole di nuovo ci bisognò voltar il corso verso il continente e il ghiaccio fermo, percioché quivi ancora non era andata via, spirando ostro da terra, il qual ci diede buona speranza che sarebbe scacciato il ghiaccio e noi avremmo potuto seguir il nostro camino incominciato.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486