E prendemmo insieme un poco di cibo, e bevendo di quel che corre nel Reno presso Colonia, deliberammo che venissero a noi, e cosí insieme ci partissimo.
22 agosto, vennero i nostri compagni da noi sendo il sole circa siroco, per la qual venuta molto ci rallegrammo, e chiamammo allora il cuoco de' Russiani e lo ricercammo che ci volesse far un poco di pane di un poco di farina che avevano in un sacco e cuocerlo, che l'avremmo pagato: il che ci promise di fare. Intanto ritornati i pescatori dal mare, il nostro nocchiero comprò da loro quattro asinelli de' maggiori, li quali cotti mangiammo, e mangiando noi venne il capo de' Russiani, e, vedendo che avevamo carestia di pane, andò a prenderne e ce ne diede. E benché gli invitassimo a mangiar con noi non vollero accettare, percioché era un lor giorno di digiuno, e noi avevamo sparso sopra il pesce cotto alquanto di grasso e butiro; anzi non li potemmo a modo alcuno indurre a bever pur con noi, percioché al nostro bicchiero era attaccato qualche poco di ontume, cosí sono superstiziosi osservatori della loro religione e digiuni; né meno ci volsero prestare uno delli loro bicchieri, perché non lo imbrattassimo di grasso.
23 detto, il cuoco fece il pane e lo cosse; e quietandosi alquanto l'aere ci preparammo alla partita, e il nostro nocchiero diede al capitano de' Russiani ritornato da pescare per le cortesie usateci un presente da non sprezzare, e al cuoco la sua mercede, ed essi molto ci ringraziarono. Il capitano poi de' Russiani dimandò al nostro nocchiero alquanta polve d'artiglieria, qual gli fu data, e ci ringraziò assai.
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