Le disgrazie della Monarchia Spagnuola procedenti dal fanatismo e dal mal governo si aumentarono sempre più sotto Filippo III. suo figlio, più debole di spirito e meno politico del genitore, che si lasciava in tutto e per tutto dirigere da Francesco di Sandoval Duca di Lerme, che regnò in suo nome, e che poi fu fatto Cardinale da Paolo V. nel 1618, da Fra Girolamo da Firenze, e da Fra Luigi Alliaga Francescani, uno predicatore, l'altro suo confessore. Avea egli tutte le virtù che onorano i particolari, ma nessuna di quelle, che costituiscono un gran Monarca. La sua corte non fu, che un caos d'intrighi, poichè non sapea vivere senza favoriti, nè regnare senza primo ministro. Vien raccontato, che essendosi trovato sul paterno esempio a un Atto di fede a veder bruciare un gran numero di eretici e maomettani, mosso da un'interna tenerezza, e sensibilità dimostrasse pubblicamente, quanto gli dispiaceva di vedere quelli infelici morire per non aver potuto cangiar di opinione, e che il grande Inquisitore udite queste parole ne facesse un delitto al Re, ed avesse l'atroce imprudenza di chiederne formalmente sodisfazione, e avesse il Monarca la bassezza di annuire all'istanze del Prelato, col farsi cavare un bicchier di sangue in presenza del detto Inquisitore, che lo fece gettar sul fuoco nel proprio cortile per mano di un esecutor di giustizia affine di risarcir l'onore del Sant'Ufizio. E' vero che Filippo III. fu un Principe di spirito limitato, ma non di un'imbecillità sì umiliante, e una tale avventura benchè riportata da molti autori sembra poco verisimile.
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