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      Non fu questa la sola prova della fermezza di D. Giovanni durante il tempo, che resse la Monarchia Spagnola. Avendo come si è accennato Carlo II. gran bisogno di trovar denaro per potersi sostenere contro le forze preponderanti di Luigi XIV. Re di Francia suo nemico e cognato, trovandosi le migliori rendite alienate e passate in mano degli appaltatori, le piazze sguarnite e senza difesa, i porti senza vascelli, gli arsenali senza manifattori, inviò alla zecca per consiglio del prefato D. Giovanni gli argenti superflui de' palazzi Reali, e pensò servirsi anche di quelli delle Chiese. I Domenicani, che ne aveano a Madrid una esuberante quantità, gridarono all'empietà, e si accinsero anche a far resistenza per non consegnare il prezioso deposito, minacciando i rigori dell'Inquisizione a que' ministri, che fossero andati a prenderli. La Corte rinnovò gli ordini i più assoluti, e fece temere di ricorrere alla forza. I Frati allora con l'idea forse di muovere il popolo a sollevazione, dissero, che volevano portare a palazzo i sacri vasi e arredi processionalmente. Il Principe che ben vedeva ove tendevano le loro mire, rispose, che ciò molto incontrava il suo genio, e che egli per maggior pompa avrebbe loro concesso un corpo di truppe per tenere indietro la folla. In fatti nella mattina destinata alla funzione, fece schierare per tutte le strade dal Convento al Palazzo diversi reggimenti d'infanteria e cavalleria, che occupati tutti i capi delle strade chiusero il passo al popolo, e la processione passò in mezzo a' soldati, senza, che si sentisse il minimo moto, e gli argenti vennero consegnati a chi gli richiedeva.


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Fatti attinenti all'Inquisizione e sua istoria generale e particolare di Toscana
di Modesto Rastrelli
pagine 156

   





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