Quest'esempio servì per tutte le altre Città della Spagna perchè il tutto passasse quietamente. D. Giovanni essendo morto poco dopo la pace di Nimega, incominciò a insorgere la voce, che egli era scomunicato, ma il Re Carlo prese tali misure, che l'Inquisizione non ebbe ardire di procedere contro la di lui memoria.(36)
Ascesa poi la Casa di Borbone sul trono di Spagna, la potestà del S. Ufizio restò alquanto mitigata e depressa. Quello, che più di tutti la rimesse negli antichi limiti fu il regnante Carlo III. nel 1761. in occasione di un Breve di Clemente XIII. inviato al grand'Inquisitore perchè proibisse un libro stato dato alla luce in detto anno, che avea per titolo "Esposizione della dottrina Cristiana, o istruzioni sulle principali verità della Religione". Emanuelle Quintano Arcivescovo di Farsaglia, che occupava allora la carica suddetta d'Inquisitore, senza comunicar l'affare ad alcuno, stante che il Breve era pervenuto a lui direttamente senza passare pel canale del Nunzio, ne fece affigger tosto la copia alla porta del suo Tribunale. S.M. Cattolica maravigliata di tal novità, chiamato il Nunzio glie ne domandò la cagione. Questi, che ignorava il Breve, la spedizione, e la pubblicazione del medesimo, si spiegò col Re di non avere avuta parte in quanto era stato poch'anzi eseguito. Interrogato D. Emanuelle rispose, che la Santa Inquisizione il virtù delle sue Leggi non era tenuta a render conto ad alcuno delle sue operazioni. Una sì audace risposta irritò assai il Re ed il Ministero, col di cui consiglio il Monarca punì il fiero Prelato rilegandolo molte miglia lungi da Madrid; ed affinchè l'Inquisizione per l'avvenire non pregiudicasse con le pretese sue leggi, ed esenzioni alla Sovrana sua autorità, fece un Decreto, nel quale dopo aver lodato il zelo di otto Ministri deputati ad esaminar quest'affare, prescrisse, che in avvenire tutti i Brevi, Bolle, Rescritti, o Lettere Pontificie dirette a qualunque Tribunale, Congregazione, Magistrati, Arcivescovi ec., o ad alcuno in particolare, non si dovesse pubblicare ed obbedire senza che il Re lo avesse fatto vedere ed esaminare.
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