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      Le carceri sono anguste camere alquanto oscure, che non hanno che un piccolo letto, e un luogo mal tenuto per i corporali bisogni, onde sono molto fetide e poco sane, e sovente ripiene di schifosi animali. Da molti e molti è stato detto, che queste carceri specialmente in Portogallo, sono scavate in luoghi sotterranei, ove si discende per molti scalini per timore che le strida e i lamenti di quelli che abitano non siano intesi al di fuori, che la luce del giorno non entra giammai in quelle orride sepolture de' viventi, affinchè gli sventurati che vi sono chiusi non possano nè leggere nè occuparsi in altra cosa che delle lor pene, e delle lugubri e tristi idee de mali che loro sono preparati. Tali racconti potendo essere esagerati non meritano tutta la fede, vero si è che i prigionieri non possono vedere alcuna persona fuori che il custode che porta il vitto la mattina e la sera con una lucerna che fa poco lume e che non serve che per un'ora, ne questo come si è accennato, senza espressa licenza dell'Inquisitore può entrare in discorso alcuno. Dopo che il reo è stato qualche giorno nella carcere, condotto viene avanti all'Inquisitore, il quale prima di fargli alcuna domanda gli deferisce il giuramento di dire la verità a tutte le interrogazioni, che gli verranno fatte. La prima richiesta è quella se sa perchè si trovi nelle forze del S. Ufizio. Se risponde che non lo sà, allora se gli ricerca per qual motivo l'Inquisizione procede alla cattura? se ei risponde per l'eresìa; gli si ricorda il prestato giuramento di confessare le sue eresìe e scuoprire i suoi maestri, e i suoi complici.


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Fatti attinenti all'Inquisizione e sua istoria generale e particolare di Toscana
di Modesto Rastrelli
pagine 156

   





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