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      Nel dì 27. di detto mese il Vicerè Caracciolo si portò in forma pubblica unitamente all'Arcivescovo, e Monsignore Airoldi Giudice della così detta Monarchia, al Palazzo dell'Inquisizione, ove letto il Real Dispaccio dell'abolizione sigillò gli archivi, e chiuse per sempre quel Dipartimento fra gl'incessanti applausi del popolo, che ne dimostrò un sincero giubbilo. Quantunque l'affare fosse stato trattato con gran segretezza, tutti gli inquisiti però erano stati posti preventivamente in libertà, talchè non vi furono trovate nelle carceri che tre sole miserabili donne ivi da 20. e più anni detenute come streghe, cosa che nel nostro secolo fa gran torto a lumi di que' Religiosi, che a detto Tribunale presedevano.
     
      E altato al Sommo Pontificato Clemente XIII. furono dal gran Maestro di Malta D. Emanuelle de Pinto avanzate nel 1760. diverse istanze alla Santa Sede, affinchè il Santo Padre si degnasse provvedere agli sconcerti nati nell'Isola per rapporto al Tribunale dell'Inquisizione, e gli fece presentare una Memoria, che contenea la descrizione degli abusi bisognevoli di riforma. Tutti questi sconcerti nascevano dal numero eccedente degli Ufiziali, familiari, e patentati del S. Ufizio, che godevano una soverchia estensione d'immunità, e che contro la Bolla istessa di Gragorio XIII. eransi abusivamente in soverchio numero moltiplicati. Clemente VIII. riconoscendo questo disordine avea nel 1590. comandato all'Inquisizione il non ammettere, che 12. Ufiziali, e 20. familiari, ma molti di essi affine di sprezzare ogni legge impunemente, e sottrarsi alla subordinazione dovuta al legittimo Principe, si procuravano l'esenzioni per mezzo delle patenti del S. Ufizio, e l'artifizio giungeva a segno, che concorreva la gente in folla per avere in affitto i beni dell'Inquisizione, ed alcuni per essere del numero de patentati, non potendo avere a nolo qualche podere appartenente al detto Tribunale, ne donavano un pezzo del proprio, indi si facevano nominare affittuari dello stesso terreno donato, e la patente valeva non solo per tutta la famiglia, ma anche per i domestici e gli schiavi.


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Fatti attinenti all'Inquisizione e sua istoria generale e particolare di Toscana
di Modesto Rastrelli
pagine 156

   





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