Mostravasi questi così furibondo che ne' giorni di cibo magro scorreva da un capo all'altro tutta la Città suddetta di Siena per scuoprire dall'odore delle cucine se vi era chi contravvenisse al precetto di non mangiar carne, e si lagnava di non poter far questa ronda seguito da una falange di armati ministri.
L'Inquisitore di Pisa non usava maggior moderazione e discretezza, poichè promoveva continue controversie ora con gli Scolari, ora co' Professori di quell'Università, tacciando di ereticale ogni leggerezza o spiritoso motto giovenile, oppure ogni nuova scoperta nelle materie Filosofiche. Essendo state per suo ordine messe nelle pubbliche carceri due donne accusate di essersi serviti di mezzi diabolici e superstiziosi per esser sempre amate dagli uomini, pensò dare alla Città uno spettacolo con far leggere in pubblico la loro condanna, e il loro processo. Invitò dunque pel' dì 22. di Dicembre 1582. tutto il popolo a concorrere nella Chiesa de' Minori Conventuali, ordinando che in quel giorno sospesi fossero tutti i divini Ufizi, e che non si suonassero neppure le campane. Adunata una folla immensa di ogni ceto e di ogni rango in detta Chiesa apparata di nero, ed in mezzo a cui era eretto un magnifico Tribunale ornato a lutto, per imprimere lo spavento negli spettatori, inviò a chiedere le due donne carcerate al Commissario, che gli replicò per due volte, che non potea consegnarle senza l'ordine preciso del Principe. Assalito il Religioso non ostante la claustrale umiltà, da furiosa collera nel vedersi deluso in faccia alla Città tutta, ed esser fatto scopo delle derisioni, e de motteggi, ascese sul suo seggio, e di là fulminò la scomunica contro il Commissario e tutti i suoi sottoposti, accompagnando l'atto con le più atroci invettive, e contumelie.
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