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L'universale ammirazione che pel mondo tutto, riscuoteva il Principe della rinascente Filosofia, l'immortal Galileo Galilei scuopritore di nove stelle, e di tanti sistemi bellissimi, suscitata avea contro di lui l'invidia di varj religiosi, ed in specie de Gesuiti, che mal volentieri soffrivano di vedersi contrastato quell'universale primato che pretendeano sulla filosofia, e sulle lettere. Unitisi in ciò con i Conventuali incominciarono a fargli la guerra prima occultamente, poi palesemente, e tanto fecero, che facil cosa gli fu trovare un alleato nella persona di Urbano VIII. il quale benchè nato suddito studiava tutte le occasioni di far de dispetti alla Casa de' Medici, e nutriva una personale inimicizia e rivalità con Galileo, quantunque suo compatriotto, perchè sapea più di lui, che si stimava eccellente nella poesia, filosofia, ed erudizione, scienze delle quali S.S. appena sapeva il nome. Fra le vanità di questo Fiorentino successore di S. Pietro non era la minore di far sentire a tutti certi suoi meschini poetici componimenti fatti sullo stile male imitato del Petrarca, con tutto però il cattivo gusto che regnava verso la metà del secolo XVII. Gli fu fatto credere, che ne Dialoghi del prelodato Galileo sotto il nome di Simplicio indicata fosse la persona del Papa onde questo libro fu preso per arme contro di esso, e per oggetto delle perquisizioni del S. Ufizio, che volea avvilirlo ed infamarlo. Venne perciò nel 1632. citato a portarsi a Roma per render conto al Supremo Tribunale dell'Inquisizione delle sue proposizioni, e specialmente del moto della Terra intorno al Sole, che si volea contraria alle sacre Carte.
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