Uno dei più belli ingegni, che fiorissero sulla fine del suo regno, cioè il Dottor Tommaso Crudeli da Poppi, celebre poeta dotato di somma lepidezza e leggiadri talenti, ma non fornito di quella necessaria prudenza, che insegna a non esternare soverchiamente i propri sentimenti e pensieri, fu lo scopo della vendetta dell'Inquisizione armata dal potere. Avendo egli in un suo poetico componimento recitato la morte del celebre Senator Filippo Buonarroti Segretario della Regia Giurisdizione, usata l'espressione, Ei che frenar solea, il tempestoso procellar del Clero ec., una tal frase non gli fu mai perdonata, e in fatti non molto dopo fu posto nelle carceri del S. Ufizio, quale ateista e uomo di niuna Religione, come vedrassi dall'annesso fatto che corredato degli opportuni autentici documenti, si riporta come troppo importante al nostro soggetto, appiè dell'Opera. Quest'avvenimento, (e l'altro accaduto in Siena contemporaneamente di Fra Cimino Cancelliere dell'Inquisitore Padre Pesenti allora assente, che amato da bella matrona moglie di un mercante di cera, non potendo come era solito frequentarne la casa, stante le gelose insinuazioni che fatte aveano al di lei marito gli amanti di due sue figlie, lo fece arrestare da suoi famigliari, e ritenere con uno de giovani sposi nelle carceri del S. Ufizio, ove più volte percossi vennero da uomini vestiti da diavoli, inputandoseli il delitto di essere spiriti forti;) produsse l'effetto, che il Conte Emanuelle di Richecourt saggio e spregiudicato Ministro Capo della Reggenza di Toscana, istituita dal nuovo Granduca, poi Imperatore Augusto FRANCESCO STEFANO di Lorena, portossi nel 1744. in persona ad aprir le carceri dell'Inquisizione, e ne sospese l'esercizio dell'autorità per tutto lo Stato.
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