Della carcerazione del Dottor Tommaso Crudeli di Poppi, e della processura
formata contro di lui nel Tribunale del S. Ufizio di Firenze l'anno 1739.
La notte del dì 9. Maggio 1739. fu arrestato e condotto al Tribunale della Sacra Inquisizione di Firenze il Dottore Tommaso Crudeli di Poppi, dove ricevuto dal Padre Inquisitore, e Padre Vicario del S. Ufizio, espose tosto a medesimi le gravi sue indisposizioni, per le quali averebbe poco tempo potuto sopravivere, ma senza che si avesse uno special riguardo alla pessima costituzione del suo corpo, che attese le forti e frequenti strettezze di petto, a le quali da lungo tempo era sottoposto, più che tutt'altro aveva bisogno d'abitare una stanza non molto angusta, ed ariosa per agevolargli il respiro. Gli promisero i Padri tutta l'assistenza possibile, e trattarlo con quella carità, che è degna di tutti i Cattolici, e massime de' Religiosi, dargli un'ottima carcere, nella quale averebbe potuto vivere con tutto il comodo immaginabile; in ordine a questa promessa fu posto il Crudeli in una carcere segreta, lunga sei passi in circa di figura triangolare come quella, che era stata cavata in un angolo di un'altra stanza, ove era un piccolo, e mal fornito lettuccio posto presso a un luogo, che per non avere alcuno sfogo esalava un gravissimo cattivo odore, che infettava l'aria di quella piccola segrete, punto atta respirarsi da qualunque robusto uomo, non che dal Crudeli, il quale come è noto a tutti, era di un gracile temperamento, emaciato per le continove malattie che soffriva, e particolarmente da un'asma convulsiva, la quale ancorchè vivesse per l'avanti agiatamente, e con ogni riguardo, l'aveva alcune volte con tal violenza attaccato, da far temere i Medici che lo curavano della sua vita; piombava la luce nella detta segrete da un angusta feritoia, che riesciva in un andito, che riceveva la medesima da una finestra di un cortile posta sotto un doppio ordine di tetti, muniti ambedue di una gronda non poco sporgente in fuora; l'angustia di detto ingresso, che impediva all'aria di poter passare con libertà, e che solamente permetteva che s'introducesse uno stracco, e debole filo di luce, e il non avere alcuna apertura la detta segrete, impediva all'aria di potersi rinnovare, e cagionava in essa quell'umidità, la quale siccome dopo breve tempo macera irreparabilmente i corpi umani, così mantiene vegeti quelli delle tarantole, ragni, e scorpioni, de' quali le pareti della medesima erano copiosamente adornate.
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