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      Frattanto il di lui fratello, che non lasciava cosa alcuna intentata per fargli ottenere la difesa, tanto s'adoprò colla Sacra Congregazione, che fu dalla medesima finalmente ingiunto all'Inquisitore di ammettere il querelato alle difese; ciò non ostante non si desistè di procrastinare col frapporre immaginarie difficoltà per ottenere dilazione all'imminente scuoprimento di tante calunnie procurate a danno dell'inquisito; ma non si potè più impedire quest'atto di Giustizia stante i replicati pressanti ordini della Sacra Congregazione, dimodochè vedendo l'inquisitore di non potere altrimenti condurre a fine il suo intento, che fondato sull'indisposizioni del carcerato, che nell'angustie nelle quali era tenuto promettevano brevi i suoi giorni; pareva che fosse di prolungare gli atti fin' tanto che fosse venuto a morire nelle carceri del S. Ufizio, come con più persone si era dichiarato l'Inquisitore che sarebbe seguito, onde pensò finire di rovinarlo con quella medesima via, per la quale sperava il povero querelato di potersi salvare, e per eseguire questo suo disegno si servì come vedremo di quell'istesso metodo nella repetizione de' Testimoni, e negl'altri atti della difesa, del quale si era servito nel primo esame di essi.
      Intanto altro non faceva l'Inquisitore, che lamentarsi co' suoi confidenti dell'eccessiva parzialità della Sacra Congregazione, che dopo un anno di prigionia non voleva prolungare inutilmente per maggior tempo il corso della causa, onde fatto cuor generoso assegnò al Crudeli le tanto desiderate difese.


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Fatti attinenti all'Inquisizione e sua istoria generale e particolare di Toscana
di Modesto Rastrelli
pagine 156

   





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