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      Proibì in conseguenza di questa sua buona volontà al di lui fratello, il quale a tenor dell'ordine di Monsignor Nunzio poteva vederlo ogni volta che gli piaceva, l'accesso alla prigione del carcerato, impedì che potesse come prima essere visitato dal Medico, gli fece chiudere tutti gli usci, alcuni de' quali per il pericolo di vita in cui era per ordine del Nunzio erano aperti, gli accrebbe le guardie, e non solo non gli dette il minimo avviso della prossima sua libertà, ma con parole equivoche, e colla nuova esatta diligenza, colla quale lo faceva guardare, si sforzò di fargli credere, che fosse molto lontana la speranza della sua liberazione, forse per tentare col caricarlo di mille sospetti aggiunti all'angustia della carcere, e quella della sua grave malattia, di condurlo ad abbandonarsi all'ultima disperazione, o a restare sorpreso da qualche funesto accidente, avendolo in questo stato tenuto fino alli estremi momenti della sua scarcerazione, mentre un solo quarto d'ora prima del concertato col Regio Ministro per la di lui consegna al suo Principe naturale, l'avvisò di mettersi all'ordine per uscire dalle carceri.
      Con indicibile dispiacere de' Padri del S. Ufizio fu consegnato il Dottore Crudeli ad un basso Ufiziale di S.A.R., e fu da esso e dal suo amico Padre Vicario accompagnato nella Fortezza di S. Gio. Batista, dove credendo d'essere finalmente al coperto dalle persecuzioni, e da' maneggi, de' quali s'erano tanto serviti contro di lui i Ministri dell'Inquisizione, s'accorse in breve d'essersi ingannato, vedendosi comparire dopo tre giorni in Fortezza a continovare ivi pure le sue visite il solito Padre Vicario, il quale gl'impose che non ardisse di sentire la Messa, e di esercitare alcun' atto pubblico di pietà Cristiana, e con tal' proibizione venne a indicargli non solo che era tuttavia nelle mani del S. Ufizio, ma che era per anche da' Padri del detto Tribunale tenuto, e trattato per quell'eretico, che con tanto studio e ingegno s'erano sforzati di fare comparire al Mondo tutto.


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Fatti attinenti all'Inquisizione e sua istoria generale e particolare di Toscana
di Modesto Rastrelli
pagine 156

   





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