Ma la spada e l’Alcorano mandano lampi di civiltà, e nelle tenebre risplendono gli osservatorî, le biblioteche ristaurate, l’Alhambra. Incominciano col tradurre Tolomeo; poi Macudi nei Prati d’ oro, Iban Namu nelle Vie e Reami, descrivono le terre visitate da loro, dalla Spagna alla Cina e dalla Russia al Madagascar; Edrisi illustra il monumentale planisfero d’argento di Ruggiero II, ed Abulfeda, raccogliendo il parere di sessanta geografi, descrive la vera situazione dei paesi, specie di quelli dove s’era dapprima diffuso l’Islamismo. Intorno a questo principe Sciemseddin-Abn-Abdallah mette insieme le meraviglie della terra e del mare, Ibn Batuta s’inoltra sino a Sumatra e a Tinbuctù, Ahmed Moquaddasi ci dà la migliore divisione dei paesi; Leone l’africano descrive autorevolmente la terra onde trae il nome, Wahad ed Abu-Said penetrano nel cuore della Cina, e i fratelli Almagrurin tentano di rapire i suoi segreti al mar tenebroso.
Cogli Arabi e coi Normanni, le Crociate ravvivano il genio dei navigatori, aprono nuove vie alle industrie, più numerosi sbocchi ai commerci, collegano diversi e lontani paesi, fanno convenire in quello che era riputato l’ombelico del mondo, spinti da fervida pietà o da feroci ambizioni, da strazianti rimorsi o da celestiali speranze, gli uomini più diversi. Si allargano i chiusi orizzonti feudali, ed una folla di cose non vedute o non considerate dapprima, appare ad una folla di uomini, dileguando favole e pregiudizî, alimentando interessi e bisogni nuovi.
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