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      Gerusalemme e l’altre città di Palestina ricadono in mano ai Musulmani, e Bisanzio tornata per poco Costantinopoli, diventa la musulmana Stambul. Ma tutto non è perduto, imperocchè dove il ferreo feudalismo non aveva veduto che un’occasione a menar d’azza e di spada, e a distruggere e rapinare, le nostre avvedute borghesie mercantili avevano gittata la rete d’oro dei commerci e il prospero semenzaio delle colonie. E dai loro fondachi di Caffa e della Tana, i mercanti di Rialto e di Loggia dei Banchi, per allargarne i confini, facevano e disfacevano imperi; sì che per duecento anni Venezia, Genova e Pisa contesero la palma dei commerci d’Oriente, raggiungendo ciascuna tanta grandezza da lasciare attoniti gli uniti nipoti. Non può a meno di sentirsi umiliato e orgoglioso ad un tempo chiunque gitti lo sguardo su di una carta dell’epoca, come quella che il Serristori trasse dal portolano mediceo della Laurenziana, dove nelle stesse singolarità topografiche suona l’eco degli idiotismi liguri e veneziani.
      Più che dalle civili discordie venne loro il principio della fine da quell’uragano di barbarie, che dai colli di Samarcanda rovinò sino al Gange, per risalire poscia a sgomentare l’Europa. In pochi anni, sovrapponendosi a conquistati ed a conquistatori, i Tartari penetrarono sin nel cuore del nostro continente, innalzando le loro funeree piramidi di teschi sulle rive del Danubio. Dal muro della Cina sino alla Vistola, dalle steppe siberiche alle pianure feconde del Gange, Timur Lenk ben poteva dire, non esservi che un Dio nel cielo e un padrone sulla terra.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume 1 - Introduzione generale - L'Europa centrale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1884 pagine 1407

   





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