Le moderne affermazioni della critica storica non strapparono intanto al genovese immortale una sola fronda di quella gloria, che egli meritò disputando alle corti d’Europa i mezzi dell’impresa, lottando cinque anni contro i barbassori di Salamanca, combattenti con Lattanzio, come eresia, la sfericità della Terra, e perseverando a sua volta nel più grande degli errori geografici, per cui, mentre, per buscar el leviante por el poniente, credeva d’aver approdato alle Indie Orientali, segnava colla sua scoperta una delle date più memorabili nella storia del genere umano. Nel mare attraversato, nel nuovo mondo scoperto, Colombo esamina la configurazione delle terre, la fisonomia delle piante ed i caratteri degli animali, i costumi degli uomini, la distribuzione del calore, le variazioni del magnetismo terrestre. Nè minor valore hanno le opinioni di lui intorno alla declinazione dell’ago magnetico, all’inflessione delle linee isotermiche tra le coste del vecchio e del nuovo continente, sulla situazione del gran banco di sargasse, e sulle relazioni di questa parte dell’Oceano coll’atmosfera che lo ricopre. Egli per primo descrisse la corrente equatoriale, ed osservò che la variazione magnetica può servire a determinare la posizione della nave rispetto alla longitudine. Sebbene anche i suoi viaggi abbiano una preparazione, costituiscono un avvenimento mondiale, l’ultima e maggiore conclusione di tutti gli sforzi fatti nei tempi anteriori per allargare la cognizione della terra e del mondo, ed il principio degli sforzi di coloro che vennero dopo, i quali non fecero che camminare nelle sue vie e secondare le sue idee, continuando l’opera da lui incominciata.
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