Altre terre, altre isole erano state scoperte nel secolo XVII a sud dell’equatore e del continente asiatico, e fra queste la Nuova Guinea. Ma ben presto gli Spagnuoli ed i Portoghesi videro il primato delle scoperte passare agli Olandesi, i quali additavano la Nuova Olanda con Abele Tasman, mentre Edels, Leuwin, De Witt, Arnhein, Nuytz la navigavano e descrivevano intorno in-torno, e Dirk-Hartigks visitava la terra di Endracht. Le navi che solcavano l’immenso Oceano recando audaci esploratori erano ormai per gran parte inglesi e basterà ricordare i nomi di Dampier, di Carteret, Surville, Bougainville, Shorthland e soprattutti quello di Cook, che girando tre volte intorno al mondo dissipò la credenza in un grande continente antartico, messo quasi a contrabbilanciare le terre prevalenti nell’emisfero boreale, scoprì la Nuova Caledonia e la Nuova Galles del Sud, passò in mezzo alle due isole della Nuova Zelanda, e determinò la posizione di molte isole dell’Oceania, ultime le Sandwich, dove perdette miseramente la vita.
Verso la fine del secolo XVIII la descrizione dell’universo è perciò, nei suoi grossolani contorni, poco men che completa. An-cora sono sconosciute l’Africa interna, quasi tutta l’Australia, e durano lacune ed errori sulle parti più centrali o remote dell’Asia e dell’America, mentre nelle regioni polari appena si conoscono alcune isole e brevi tratti di litorale. Al nostro secolo la gloria di compiere l’opera della scoperta e dare in pari tempo nuovo indirizzo alla scienza, perchè risponda al suo spirito eminentemente indagatore, associando la geografia a tutti i progressi della civiltà, e dandole più sicure basi scientifiche.
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