Ma non possiamo dimenticare, non foss’altro, lo scopo di tutte queste cognizioni, non possiamo dimenticare che nella catastrofe da noi preparata, che ridusse la Terra a pulviscolo errante nello spazio, noi soli non siamo stati travolti, ma abbiamo dominato e dominiamo più che mai le rovine; e che se il suolo, sotto l’azione delle forze cosmiche, da forma ai ricettacoli dell’acqua, e questa logora e spiana le forme della terra, se il suolo, l’acqua e l’atmosfera suscitano, favoriscono od uccidono la pianta, e questa, unita agli altri elementi, consente vita al bruto o la vieta, tutte coteste trasformazioni servono all’uomo, a questo compendio dell’universo, a prefinirne, stimolarne, assopirne i bisogni, a dirigerne l’operosità, ad allietarne o aduggiarne l’esistenza.
VIIILa geografia è il fondo reale sul quale si svolge l’azione economica e politica dell’uomo. Ed ecco anzitutto le scoperte di nuovi popoli e lo studio dei men noti temperare a più giusti criterî le nostre idee sulle forme della società e del governo, e metterci in grado di meglio apprezzare i beneficî dello scambio e della civiltà generale. Come quel filosofo della Grecia, in faccia a chi definiva l’uomo un bipede implume, gittava il gallo spennacchiato, soggiungendo: ecco l’uomo, noi altri potremmo condurre davanti a Rousseau ed agli altri entusiasti dello stato di natura, gli Obongo che parlano sibilando, gli Akka mostruosi, i selvaggi della Papuasia, gli ultimi avanzi nudi, ischeletriti, randagi, senza idee, senza affetti, senza bisogni, degli aborigeni dell’Australia: ecco l’uomo allo stato di natura, che, a vostro avviso, la civiltà avrebbe scemato, impoverito, corrotto.
| |
Terra Grecia Rousseau Obongo Akka Papuasia Australia
|