Ma come sono abitate le terre e da chi? Quali prodotti danno e quali consumano? Ecco dove è necessaria l’alleanza della politica e del commercio, che hanno ai loro servizi quella «rivelatrice di tutti i segreti» che è la statistica. Isacco Vossio dava alla terra 600 milioni d’abitanti, Voltaire tre volte tanti, e fu chi li portò fino a 4 miliardi. Adesso Behm, Wagner, Kolb, le migliori autorità contemporanee, riducono cotesta cifra a 1390 milioni. E ancora, guai a noi, se l’importanza storica e geografica delle razze, anzichè dalla qualità del loro genio, dipendesse dal numero! Imperocchè terrebbe il primo posto la mongola, coi suoi 530 milioni di abitanti, mentre tutti sappiamo che i 356 milioni di Caucasei hanno fatto quasi soli la storia e ad essi sono dovute le conquiste della civiltà, sebbene anche quella abbia una storia e una civiltà speciali, piene d’interesse. Ma che cosa sono, rispetto a noi, i 250 milioni di Neri, i 220 di Malesi e i 35 delle razze minori o di sangue misto, che popolano le altre parti del mondo? Non si direbbe, chi ne segue commosso la progressiva diminuzione, chi avverta la strage spietata che loro incombe e la civiltà stessa determina recando loro, insieme ai suoi beneficî, i liquori, la polvere, ed i nostri contagi, non si direbbe, che il mondo sarà un giorno conteso in una lotta suprema tra la razza bianca e la gialla? Pare ne abbiano il presentimento gli Stati Uniti d’America, se negarono per legge ospitalità ai Cinesi, cui i terrori della fame e le stragi della miseria, così frequenti e fatali in quel loro immenso formicaio umano, impararono quegli esodi di popoli, onde il mondo aveva perduta la memoria.
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