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      L’alleanza tra la geografia e la politica si fa più evidente nel-l’azione dello Stato, di questo massimo prodotto della civiltà, del quale manca la coscienza ai pastori erranti, ai cacciatori dispersi sopra vastissime terre, alle tribù di pescatori, cui nemmeno le comuni origini dettano alcun vincolo giuridico. Quando si manifesta nella città greca, e negli imperi dell’Egitto e dell’Asia, cotesta coscienza dello Stato è siffattamente assorbente, da dominare tutti i rapporti privati, e allora il cittadino soggiace alla più dura servitù. Emancipato dalla reazione dell’individualismo barbaro e dalla rivoluzione del cristianesimo, anche lo Stato diventa patrimonio, si regge con le norme del diritto privato e il cittadino s’imbranca nella greggia del principe. Sino a che, spezzate del pari le catene foggiate dalle dottrine autoritorie, e quelle imposte al popolo dalle ambizioni dei principi, questo popolo, nelle forme giuridiche della costituzione, si afferma sovrano, e determina per concorso di suffragi e per influsso continuo della pubblica opinione, l’azione dello Stato. Agli occhi del geografo cotesta azione si manifesta moralmente e materialmente in mille forme diverse, colle opere pubbliche, colle costruzioni di tutte sorta, colle molteplici istituzioni che si connettono all’economia nazionale, colle influenze continue che ne derivano per il benessere, l’educazione, le idee di tutte le classi della popolazione.
      Così non solo si sviluppano le città e si modifica la superficie della Terra, ma si creano nuovi centri e muta la fisonomia stessa degli abitanti.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume 1 - Introduzione generale - L'Europa centrale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1884 pagine 1407

   





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