Che prodigioso lavoro sarà necessario per conoscere perfettamente clima, acque, rocce, piante, animali! Quante osservazioni classificate, esaminate, discusse, prima che sia possibile indicare le lenti modificazioni, che seguono nell’aspetto e nei fenomeni fisici delle diverse contrade! Quante precauzioni necessarie a constatare con sicurezza i mutamenti che si succedono nell’azione spontanea dell’organismo tellurico, e le trasformazioni dovute alla buona o malvagia azione dell’uomo! Eppure è necessario di riuscire a ciò per poter dire che si conosce la terra.
LA TERRA NELLO SPAZIO
Ne è tutto. Per una naturale inclinazione del nostro spirito noi cerchiamo di ricordare gli studi nostri a noi medesimi, all’uomo considerato come centro delle cose; e perciò la conoscenza del pianeta deve necessariamente completarsi e giustificarsi con quella dei popoli che l’abitano. Ma se il suolo che porta gli uomini è poco conosciuto, questi lo sono molto meno. Senza parlare della origine prima delle tribù e delle razze, la quale rimane assolutamente sconosciuta, le figliazioni immediate, le parentele, gli incroci della maggior parte dei popoli e delle genti, i luoghi donde ebbero origine o donde si arrestarono sono ancora un mistero per i più sapienti, e materia alle affermazioni più contradditorie. Che cosa debbono le nazioni alla influenza della natura che le circonda? Che cosa devono al mezzo che abitarono i loro antenati, ai loro istinti di razza, alle loro diverse mescolanze, alle tradizioni importate dal di fuori?
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