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      Inoltre quei gruppi di emigranti non potevano mai essere molto numerosi, a cagione delle difficoltà del navigare e del provvedersi i mezzi di sussistenza. Approdando in piccolo numero ora sopra un punto, ora sopra un altro, i nuovi venuti si trovavano in contatto con popolazione di diversa origine, e da cotesti incroci nascevano civiltà locali che avevano il loro particolare carattere; ma in nessuna parte lo straniero influsso diventava preponderante. Ciascuna isola dell’Arcipelago, ogni penisola, ogni valle della Grecia si distingueva dalle finitime per il suo stato sociale pel dialetto, pei costumi, ma tutte rimanevano greche ad onta delle influenze dei Fenici o d’altri popoli ai quali erano state soggette. A questo modo, grazie alla disposizione delle montagne e dei litorali, la civiltà che si sviluppò grado a grado nel mondo mediterraneo, sul versante meridionale delle Alpi doveva avere, nel suo assieme, maggior slancio spontaneo, maggiori varietà e contrasti della civiltà molto meno avanzata dei popoli del Nord erranti nelle vaste uniformi pianure.
      Lo spessore delle Alpi e di tutte le prealpi, dal Pindo ai Carpazî, separava, adunque, per davvero, due mondi distinti, dove la storia doveva svolgersi necessariamente in modo diverso. Tuttavia, sebbene mancassero le strade, i due versanti non erano completamente separati. In nessun punto il sistema alpino presenta ampî altipiani freddi e deserti, i quali distendano le enormi loro masse a guisa di barriere insuperabili, come le Ande ed i monti del Tibet.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume 1 - Introduzione generale - L'Europa centrale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1884 pagine 1407

   





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