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      Le Alpi sono dovunque frastagliate in monti e valli; dovunque il clima generale del paese è mite abbastanza perchè le popolazioni possano vivere e propagarsi. I montanari, protetti da natura per guisa da poter facilmente mantenere la loro indipendenza, servivano già di intermediarî fra i popoli delle opposto pianure: per mezzo loro si facevano i rari scambi tra il Nord ed il Mezzodì e si aprirono tra le vette i primi sentieri ai commerci. I punti dove un giorno ampie strade o ferrovie dovevano superare il baluardo delle montagne e stringere tra gli abitanti rapporti di guerra o di amicizia, erano indicati da natura, secondo la direzione delle valli e le profonde insenature dei passaggi alpini. Prima doveva cessare di arrestare la marcia dei popoli armati, quella parte delle Alpi che si dirige da nord a sud, tra le montagne della Savoja e quelle del litorale mediterraneo. In quel punto il sistema alpino, sebbene molto alto, è ridotto alla sua minima larghezza; inoltre i climi si rassomigliano sui due opposti versanti del Cenisio e del Viso, e per conseguenza le loro popolazioni erano molto più affini per costumi e per il modo di vivere. La regione Alpina che si sviluppa al di là del monte Bianco, verso il nord-est, forma una barriera ben più seria, perchè serve di limite fra due climi diversi.
      Quando si paragoni a quella delle Alpi, la parte delle altre catene di montagne nella storia d’Europa, è affatto secondaria, ed ha soltanto una importanza locale; d’altronde l’azione che hanno esercitato sui destini dei popoli non è meno evidente.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume 1 - Introduzione generale - L'Europa centrale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1884 pagine 1407

   





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