Prima la Grecia, «la più bella individualità del mondo antico» fu all’epoca della sua grandezza la dominatrice del Mediterraneo, che in quei tempi era come dire di tutto l’universo. Nel medio-evo Amalfi, Genova, Venezia ed altre repubbliche italiane divennero le intermediarie degli scambi tra l’Europa e le Indie. La circumnavigazione dell’Africa e la scoperta del nuovo mondo fecero passare il monopolio del gran commercio a Cadice, a Siviglia, a Lisbona, nella penisola Spagnuola. In seguito i negozianti della piccola repubblica olandese raccolsero in parte l’eredità della Spagna e del Portogallo e le ricchezze del mondo intiero affluirono nelle loro isole e nelle loro penisole circondate dal mare. Ai nostri giorni la Gran Bretagna è diventata il principale mercato del mondo. Londra, la città più popolosa della terra, è anche il focolare più energico dove convergono i tesori del genere umano. Tosto o tardi, senza dubbio, il punto vitale più attivo del pianeta continuerà a spostarsi. Quantunque l’Inghilterra sia ammirabilmente situata, proprio al centro dell’emisfero che comprende quasi tutto l’insieme delle masse continentali, gli spostamenti ai quali va soggetta la Terra, l’apertura di nuove vie di commercio, le variazioni d’equilibrio nei gruppi delle nazioni possono far passar Londra al secondo posto. Forse, come predicono gli Americani, la civiltà, nella sua marcia continua verso Occidente, sostituirà a Londra qualche città degli Stati Uniti; forse, avendo compiuto il suo moto di rotazione completo attorno al globo, sceglierà una città delle Indie, Costantinopoli o il Cairo per centro dei commerci e luogo principale di ritrovo.
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