Son questi grandi vantaggi, di cui i popoli hanno profittato nella loro storia passata e di cui non cesseranno di profittare nell’avvenire. Quantunque piccolo, il continente d’Europa, è tuttavia ancor quello che presenta una più estesa superficie di facile acclimatazione. Dalla Russia alla Spagna, dalla Grecia all’Irlanda, gli uomini possono emigrare senza grande pericolo; grazie alla dolcezza relativa delle transizioni, le nazioni venute dal Caucaso o dagli Urali hanno potuto attraversare i piani e le montagne fino alle rive dell’oceano Atlantico e stabilirsi dove loro parve opportuno. Il sole e il clima, ugualmente propizî agli uomini, li mantengono nella pienezza delle loro forze fisiche e delle loro qualità intellettuali; in tutte le contrade dell’Europa il popolo che emigra trova una patria. I suoi compagni di lavoro, il cane, il cavallo, il bue, non l’abbandonano per via, e la semente ch’egli seco porta si cambia in messe in ogni campo ove egli l’abbia gettata.
VLE RAZZE E I POPOLI.
Collo studio del suolo, colla paziente osservazione dei fenomeni del clima, noi possiamo comprendere, in generale, quale sia stata l’influenza della natura sullo sviluppo dei popoli; ci riesce però più difficile attribuire ad ogni razza, ad ogni nazione la parte che le spetta nel progresso e nella civiltà generale di Europa. Senza dubbio i diversi gruppi d’uomini nudi ed ignoranti che si trovavano alle prese colle necessità della vita hanno dovuto reagire differentemente, seguendo la loro forza e la loro fisica abilità, la loro naturale intelligenza, i gusti e le tendenze del loro ingegno.
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