Queste montagne che separano i bacini fluviali e servono di barriera tra i climi, devono anche influenzare in parte la distribuzione delle razze.
Il primo gruppo dei popoli Europei occupa il versante meridionale del sistema alpino, la penisola dei Pirenei, la Francia ed una metà del Belgio; è la riunione delle popolazioni greco-latine, circa cento milioni d’uomini. Fuori di questa zona di lingue, che comprende quasi tutti i territorî europei dell’antica Roma, si trova qua e là qualche distretto latino circondato da tutte le parti da popoli d’altra lingua. Tali sono i Rumani della pianura inferiore del Danubio e della Transilvania, tali i Romanzi delle alte valli dell’Alpi. In compenso due piccoli distretti, l’uno di lingua celtica, l’altro di dialetti iberici, si mantengono ancora in Bretagna e nei Pirenei, in mezzo a popolazioni completamente latinizzate; ma prese insieme tutte le razze dell’Europa sud-occidentale, Celtica, Iberica e Ligure, sono state conquistate dagli idiomi romani. Qualunque fossero le loro primitive differenze, nessuno dubita che l’affinità del linguaggio non abbia a poco a poco presso quei popoli sostituiti ovvero più fortemente stretti i vincoli dell’affinità del sangue.
Il gruppo dei popoli di lingua germanica occupa una zona inferiore in distesa ed in popolazione. Esso possiede quasi tutto il centro dell’Europa, al nord delle Alpi e delle catene che vi si attaccano, e si estende dai Paesi Bassi e dalle Fiandre fino all’entrata della Manica. La Danimarca e, dall’altra parte del Baltico, la gran penisola Scandinava appartengono ugualmente a questo gruppo, dove occupano un posto a parte colla lontana Islanda.
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