Una delle valli, che si riuniscono alla Val Maggia per sboccare nel Lago Maggiore, presso Locarno, deve il proprio nome di Cento-Valli alla quantità di burroni e d’ammassi di detriti che vi si sono formati sotto l’azione demolitrice delle nevi e della pioggia. I capricci dei torrenti, che trasportano massi rotolati, tanto più sono a temersi dagli abitatori delle rive, inquantochè i loro letti hanno una forte pendenza verso l’Italia. Le loro valli, essendo più ripide che quelle del Rodano e del Reno nel versante settentrionale delle Alpi, devono altresì imprimere alle loro acque straripate un moto di discesa più violento. Del resto gli abitatori del canton Ticino, più che gli Svizzeri del nord, collaborano all’opera d’erosione dei torrenti col diboscamento: avidi di un benefizio presente, non pensando ai disastri che preparano per l’avvenire, essi abbattono mano mano tutte le foreste, e l’acqua trascina via la terra vegetale. La vita del montagnolo riesce così molto penosa in que’ paesi: in alto, il clima è troppo rigido, la terra troppo sterile; in basso, sulla sponda dei torrenti, case e coltivazioni sono minacciate.
3. -- SORGENTI DEL RODANO, DEL TICINO E DELLA TOCE
Una parte della Svizzera italiana ha condizioni favorevoli più che le vallate tributarie del Ticino: è la regione di forma bizzarra che si spinge ben entro il territorio italiano e che è nota col nome di Sotto-Cenere, dato dalla catena di monti che la ripara al nord dai venti freddi; è una delle regioni più considerevoli per la varietà delle sue formazioni geologiche: granito, gneiss, porfido rosso e nero, verrucano, dolomia, creta, giurese, rocce terziarie.
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