Composta di micascisti, di calcari, di rocce felspatiche facili a sfasciarsi, la cresta principale, che congiungeva le grandi piramidi, è stata mano mano dirupata, spazzata dai torrenti. La linea di spartizione delle acque deve essere stata respinta fino alle balze cristalline del Monte Rosa, e le imponenti masse dei Mischabel, che una volta formavano corpo con la grande catena, oggi non dominano più che propaggini laterali. Così la goccia d’acqua mercè un lungo lavoro riesce alla perfine a spostare l’asse stesso delle catene di monti.
La distruzione di queste, aiutata dal diboscamento, prosegue ancora con bastante rapidità perchè il viaggiatore, penetrando nella vallata del Rodano, possa vedere, ad ogni svolto di strada, gli ammassi di detriti provenienti dall’immensa rovina. Qua e là il corso del Rodano è rinserrato da frane che hanno l’aspetto di vere montagne, e quando se ne sia fatta penosamente l’ascensione, si scoprono, aperti in seno alle rocce, enormi circhi d’erosione che le piogge e le nevi ingrandiscono d’anno in anno. Tal è il prodigioso circo dell’Illgraben, che da nord a sud non misura meno di 3 chilo-metri, ed al quale poche bocche di vulcani possono essere paragonate. Nello stesso modo, la bella montagna Pierre-à-Voie, così chiamata per l’antica strada di pellegrinaggio le cui lastre salgono fino alla cima,(6) volge a sud-ovest, verso Sembrancher, un semi-cerchio di pendii dirupati, che somiglia ad un cratere incompleto. Per farsi un’idea dell’opera di demolizione che si prosegue costantemente sotto i nostri occhi, giova contemplare le due montagne grandiose, Dent du Midi e Dent de Morcles, che stanno dirimpetto nell’un lato e nell’altro della vallata del Rodano.
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