4 - CIRCO D’EROSIONE DELL’ILLGRABEN.
Nella fossa profonda, in troppi punti arida, seminata di ciottoli o coperta di paludi, che è percorsa dal Rodano, è impossibile farsi un’idea della sorprendente bellezza dei paesaggi, che si celano su in alto nei valloni verdeggianti e nei circhi nevosi delle montagne della gran cresta. Pareti di roccia, montagnole di detriti o brusche risvolte nascondono la prospettiva di quasi tutte le valli trasversali che rimontano verso sud. Ci domandiamo in molti punti come possano gli abitanti dei villaggi alti giungere ai loro châlets e ridiscendere con le derrate nel mondo inferiore. La chiusura di parecchie valli è sì completa che il vento vi si fa sentire a mala pena, i temporali vi sono quasi ignoti, e le piogge, parzialmente arrestate dalle montagne circostanti, vi cadono in minore abbondanza che nelle grandi valli aperte. Ma quando si sorpassino questi ostacoli dell’entrata, d’onde i torrenti si slanciano formando cascate o rapide attraverso a strette fessure della roccia, allora ci troviamo come in una natura diversa, in un mondo nuovo.
IL CERVINO. -- VEDUTA PRESA DAL PLÉTÉ, VAL TOURNANCHE.
Disegnato da Fr. Schrader, da una fotografia di M. e Lamy.
Fra le valli trasversali, che salgono verso la gran cresta, alcune acquistano un carattere affatto intimo dai loro prati, dai loro gruppi d’alberi, dai bacini nei quali dormono piccoli laghi, dai ruscelletti che scorrono tra i fiori; altre, largamente tagliate, coi versanti separati in prospettive meravigliose, mostrano in lontananza l’anfiteatro delle grandi vette, con le loro rocce nude, i nevai, le lingue di ghiaccio saettate fin presso i campi.
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Rodano Lamy
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