Dal fiume prigioniero che discende lentamente sotto la sua forma cristallina si slancia il torrente, il quale per se stesso altro non è che il ghiacciaio liberato; ma, secondo i montanari, non è quello il vero Rodano: essi danno questo nome ad una piccola sorgente leggermente termale che scaturisce alla base d’una rupe vicina. Dopo quello del Rodano, 260 altri ghiacciai o «biegnos» rendono regolare la portata media del fiume, essendo precisamente d’estate, durante la stagione del caldo e della più forte evaporazione, che essi versano la maggior quantità d’acqua nella vallata. Talvolta anche danno luogo ad irruzioni torrenziali. In alcune valli alte si trovano sbarramenti naturali formati da ghiacci e morene, dietro i quali s’accumulano le acque. Se tali baluardi cedono ad un tratto, l’acqua, mista ai detriti trasportati, si precipita in formidabile valanga nella vallata del Rodano e spazza tutto davanti a sè, case, foreste e fin la terra dei campi! Allo scopo di evitare il ripetersi di simili disastri si son dovuti scavare nella roccia canali di scolo sotto i ghiacciai di sbarramento: così è che il lago di Moeril o Merjelen, situato in una breccia, ad est del ghiacciaio d’Aletsch, è mantenuto, come i laghi della pianura in un regime normale.
19. -- GHIACCIAIO D’ALETSCH.
All’incontro della Dranse, che il ghiacciaio di Grétroz aveva arrestato nel 1818 per trasformarla in lago, e che improvvisamente ripigliò il suo corso con un vero diluvio, il Rodano cambia bruscamente di direzione, e scorre per la stretta fessura di rocce aperta fra la Dent du Midi e la Dent de Morcles.
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