Per la forma del loro letto differiscono pure le due cavità: le deboli profondità cominciano precisamente ad ovest dello strato fra la punta d’Yvoire e quella di Promenthoux, fra il lago grande ed il piccolo. Questo, d’origine evidentemente diversa, si restringe gradatamente a valle ed a poco a poco si cambia in fiume: la sua corrente insensibile presso l’ingresso del porto di Ginevra, diventa mano mano più rapida; il fondo del letto è riapparso con i suoi ciuffi tremolanti di alghe, il Rodano si ricostituisce e le sue acque d’un azzurro cupo si slanciano ad incontrare il torbido flutto dell’Arve. È spiacevole che non siasi ancora costruita a Ginevra una diga la quale permetta di regolare a volontà il livello delle acque lacustri, di trasmetterne la forza alle officine delle sue rive,(43) e di misurare in tempo di inondazione la massa liquida che è conveniente lasciar scorrere verso le campagne della Francia. Nelle quaranta piene osservate a Lione, si sarebbe ottenuto un abbassamento del livello dell’inondazione non minore di 40 a 60 centimetri, se si fosse potuto arrestare il Rodano alla sua uscita dal Lemano.(44) Ora se anche tutte le acque del fiume fossero trattenute per otto giorni, il livello del lago aumenterebbe appena di 50 centimetri.(45) Rigettando l’Arve nel lago, si potrebbe, è vero, attenuare la violenza delle piene, ma per ovviare agli interrimenti, bisognerebbe scavare a questo torrente un letto che sboccasse nel Lemano a una gran distanza a monte del porto di Ginevra.
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