Presso il ponte costruito sul canale di Thièle, fra i laghi di Neuchâtel e di Bienne, alla distanza di 4,300 metri dalle rive attuali del lago inferiore, si sono trovati avanzi di palafitte le quali, a giudicare da diversi indizi, erano piantate nelle acque stesse del bacino lacustre. Così pure un’abbazia, fondata nel 1100 sulla riva del lago, ne è lontana ora 375 metri.(50) Ridotte come sono, queste distese d’acqua verranno ristrette ancora dalla «correzione» dei canali di scarico; il loro livello medio sarà abbassato di circa 3 metri, terreni considerevoli verranno conquistati all’abitazione ed alla cultura, e la salubrità del paese, dal quale le paludi saranno scomparse, si accrescerà grandemente. La Thièle superiore, che si getta nel lago di Neuchâtel, e la Broye, che si versa nel lago di Morat, hanno spesso inondato le campagne delle rive; ma grazie ai bacini che le ricevono e ne regolarizzano la portata, le loro piene sono regolarmente attenuate e ritardate. Quando i suoi affluenti siano straripati, il lago di Neuchâtel riceve pressochè 600 metri cubi al secondo e ne dà al lago di Bienne appena la sesta parte:(51) il suo vasto bacino serve così di regolatore nelle inondazioni. Ma il possente fiume Aar entra pure nella gran pianura paludosa del Seeboden e non è ricevuto da alcun serbatoio lacustre che ne regoli le piene e ne inghiotta le alluvioni. Il lavoro degli ingegneri venne appunto rivolto a procurargli tale serbatoio: un canale, staccandosi dall’antico letto presso Aarberg, attraversa la pianura e reca adesso nel lago di Bienne le acque soverchianti delle piene, mentre all’estremità inferiore del lago, l’antica Thièle, trasformata in canale di navigazione, restituisce al letto inferiore dell’Aar le acque sovrabbondanti.
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