Il lago dei Quattro Cantoni era, non ha guari, uno di quelli a cui l’immaginazione popolare conferiva una grandissima profondità: v’erano pescatori che parlavano seriamente di abissi di 1,000 e 1,500 metri; essi pensavano che i dirupi delle rive continuassero regolarmente sotto le acque.(54) Continuano, è vero, ma fino ad una pianura sottolacustre perfettamente orizzontale, che nel bacino d’Uri trovasi a 205 metri dalla superficie. Nel gran bacino sta a 260 metri di profondità, e nel lago di Zug a 218 metri soltanto.(55) Del resto, la carta precisa di queste cavità non è stata ancor fatta.
IL PONTE DEL DIAVOLO E LA VIA MALA.
Disegno di P. Sorrieu, da una fotografia del sig Braun
I laghi la cui acqua effluisce per mezzo della Limmat hanno una storia geologica analoga a quella dei laghi gemelli di Brienz e di Thun: sono essi pure bacini che i fanghi glaciali e le alluvioni hanno separato l’uno dall’altro. Il lago di Wallenstatt, fra tutti i laghi della Svizzera, è quello che più somiglia ad un abisso.(56) Dominato dalle muraglie a picco dei Kurfürsten, il lago stretto e cupo appare come una semplice forra, invasa da un largo fiume. E tale fu effettivamente il lago di Wallenstatt nell’antichità geologica. Il Reno che ora scorre ad est del gruppo d’Appenzell per andare a gettarsi nel lago di Costanza, entrava una volta nel viale di montagne che s’apre a piè dei Kurfürsten e, per la Linth, pel lago di Zurigo e per il letto attuale della Limmat, andava a raggiungere l’Aar. Una debole soglia alluvionale, larga da 4 a 5 chilometri, ed alta solo 5 metri, separa il Reno dal suo antico letto.
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