Ivi si trovarono, sotto uno strato di melma, pezzi di carbone, pietre annerite dal fuoco, ossa lavorate ed utensili d’ogni specie, che attestavano l’esistenza d’un antico villaggio. Il signor Ferdinando Keller s’affrettò a studiare gli avanzi scoperti, e poco dopo annunziava il risultato delle sue ricerche sulle «abitazioni lacustri» ed i loro abitanti.(83) Fu il punto di partenza d’esplorazioni incessanti che hanno largamente contribuito a fondare una scienza nuova, l’antropologia preistorica.
È stato facile ricostruire col pensiero le capanne lacustri di quelle epoche lontane. Le travi carbonizzate che si scorgono tra i pali ricordano la piattaforma in altri tempi stabilita a qualche piede al disopra delle onde; i rami intrecciati, i frammenti d’argilla induriti al fuoco appartenevano evidentemente ai muri circolari, ed i tetti conici sono rappresentati da strati di canne, di paglia e di corteccia. Le pietre del focolare sono cadute a picco sotto il posto che occupavano un tempo. I vasi d’argilla, gli ammassi di foglie e di muschi che formavano i giacigli primitivi, le armi, i trofei di caccia, le grandi corna di cervo e le teste di bisonte che ornavano le pareti, tutti questi oggetti diversi ammucchiati nella melma altro non sono che l’antico mobiglio delle capanne: si sono ritrovati nelle torbiere che facevano parte un giorno del lago di Pfäffikon perfino tessuti di lino e di canape e pane di frumento carbonizzato.(84) Accanto ai pali conficcati si possono ancora distinguere avanzi di tronchi d’alberi scavati che servivano da canotti, mentre una serie di piuoli indica la posizione d’un ponte che collegava alla terraferma le piattaforme delle abitazioni.
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Ferdinando Keller Pfäffikon
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