S’è potuto anche, in certi siti, valutare il numero delle case ed indurne la cifra della popolazione. Attualmente, si sono già scoperti, nei laghi delle Alpi svizzere, più di duecento gruppi di abitazioni, fra’ quali alcuni composti di cinquecento capanne. Centomila persone avrebbero dunque potuto trovarsi ad un tempo in tutte quelle borgate acquatiche, che appartengono per altro ad età diverse.(85) Evidentemente, i Lacustri dell’Europa centrale erano senza cessa in guerra, e, come i Papua della Nuova Guinea ed i Dajacchi di Borneo, avevano fabbricato le loro dimore in mezzo alle acque per mettersi al coperto da assalti improvvisi.
I soli laghi della Svizzera, nei quali non si siano potuti scoprire ancora resti di palafitte, sono quelli che hanno una grande profondità in quasi tutta la loro estensione, come il lago di Lugano, o che si trovano già nella regione fredda delle montagne, come i laghi di Thun e di Brienz. Le città lacustri, edificate le une su pali, le altre su mucchi di pietre (steinberg), orlavano quasi tutto il littorale dei laghi di Neuchâtel, di Bienne e di Morat; ivi si è scoperta quasi la metà delle antiche palafitte della Svizzera intera. Ma quelle borgate non erano le più antiche, a quanto sembra. È principalmente sulla riva dei laghi di Zurigo e di Costanza che si trovano i resti delle abitazioni costruite nell’età della pietra, quando gl’indigeni non conoscevano ancora l’arte di foggiare i metalli. Secondo un calcolo del signor Troyon sul progresso secolare delle alluvioni tra le palafitte di Chamblon e la riva meridionale attuale del lago di Neuchâtel, siffatti tempi anteriori alla storia sarebbero lontani da noi circa 3,300 anni.
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