Bisogna tenere anche conto del fatto che i dialetti francesi della Svizzera si parlano soltanto nei villaggi, e che la lingua letteraria, più o meno pura, è quella di tutte le città, mentre nei cantoni tedeschi la maggior parte dei dialetti ha una letteratura ed è ancora impiegata nelle città accanto all’alto tedesco: il francese ha dunque su essi il vantaggio di dare una più gran forza di coesione. Tali sono le ragioni probabili delle conquiste graduali del francese reagente contro l’influenza dell’accentramento bernese.
Benchè certi autori lo abbiano preteso, le differenze di razza e di lingua non hanno avuto presso la confederazione che una parte del tutto secondaria nella ripartizione geografica dei culti; le influenze feudali, le rivalità delle città, i loro interessi divergenti e le guerre fra cantone e cantone hanno principalmente determinata, all’epoca della Riforma, la distribuzione dei fautori delle due religioni in lotta. Così i cantoni francesi di Vaud e di Neuchâtel sono quasi esclusivamente protestanti; Ginevra è divisa in parti pressochè uguali fra le due confessioni; Friburgo ed il Vallese sono popolati di cattolici. Una città della Svizzera francese, Ginevra, meritò a lungo il nome di «Roma protestante», e un’altra città della stessa lingua, Friburgo, servì lungo tempo di rifugio ai gesuiti: con Lucerna, essa è ancora uno dei capoluoghi del cattolicismo svizzero. Per un contrasto analogo, i cantoni tedeschi di Berna, di Basilea, di Zurigo ed altri ancora sono protestanti, mentre nel cantone di San Gallo i due culti si intrecciano bizzarramente, seguendo gli antichi confini dei dieci staterelli che lo formarono; così gli antichi cantoni forestali sono interamente cattolici.
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