Del resto Ginevra, che fu capoluogo di civitas nel quarto secolo, s’è trovata in condizioni storiche affatto speciali. Era una città a parte. Chiusa nel suo angusto territorio, all’ombra d’una montagna che non le appartiene nemmeno, Ginevra è rimasta per lungo tempo una repubblica d’esuli; informata dal severo Calvino ad una disciplina austera, accoglieva male lo straniero di costumi differenti. Gli uomini che la governavano, discendenti nella maggior parte di fuggiaschi francesi od italiani che per la loro fede erano stati condannati all’esilio, spiegavano sopratutto per serbare quella società chiusa l’energia e le tradizioni ereditate dai loro padri. Ma il piccolo gruppo, tanto notevole per la sua forza di coesione, lo era anche per l’amore allo studio e pel valore intellettuale. Per tre secoli, Ginevra è stata la rivale delle più grandi città per il numero de’ suoi uomini distinti nelle scienze e nelle lettere: è la patria di Gian Giacomo Rousseau, d’Orazio de Saussure, di Necker, di Sismondi, di Töpffer, di Pradier; certe sue famiglie costituiscono, di generazione in generazione, vere dinastie scientifiche.(109) Vero è che, per la facilità delle relazioni, molti Ginevrini sono divenuti ad un tempo Parigini, e che sarebbe ora difficile designare la loro vera patria. Ma Ginevra non resta meno per questo una delle prime città del mondo per l’istruzione; le sue scuole sono fra le migliori, la sua Università recentemente fondata, ha raggiunto un posto onorevole; essa ha importantissime collezioni di storia naturale e numerose associazioni di dotti, fra cui una Società geografica.
| |
Ginevra Ginevra Calvino Ginevra Gian Giacomo Rousseau Orazio Saussure Necker Sismondi Töpffer Pradier Vero Ginevrini Parigini Ginevra Università Società
|