Un ponte sospeso, della lunghezza di quasi 300 metri, riunisce, da collina a collina, sopra al torrente, le case, i campi, le praterie delle rive, mentre un altro ponte, teso come un filo all’altezza di 97 metri, varca non lungi di là il burrone del Gotteron.
Yverdon è la città che guarda a mezzogiorno le campagne delle rive del lago di Neuchâtel e nella quale vanno a sboccare, come nel vertice d’un triangolo, tutte le strade provenienti dalle sponde del Lemano. È l’antica città gallese d’Ebrodunum, ancora bagnata dalle acque del lago, quattordici secoli fa, ma oggi abbandonata in una pianura paludosa, sulle due rive della Thièle incanalata. A quattro chilometri a nord, il castello di Grandson, presso il quale Carlo il Temerario subì una sì terribile disfatta nel 1476, guardava la strada che costeggia alla base del Giura la riva occidentale del lago.
Neuchâtel, capoluogo d’un cantone, sta presso la congiunzione delle strade comuni e ferroviarie che rasentano il lago e che vengono dalla Francia per la valle di Travers. È una bella città, nella quale i quartieri moderni fabbricati in gran parte con la pietra gialla detta neocomiana, occupano terreni guadagnati sul lago, nel punto stesso in cui si gettava un tempo il torrente di Seyon, imprigionato ora e fatto passare in una galleria sotto la collina su cui sorge il castello. Neuchâtel, i cui proprietari ricchi e nobili formano una piccola società aristocratica, mena vanto delle sue scuole ben tenute, del suo museo, della sua biblioteca; ma per l’attività industriale e pel numero degli abitanti, è molto inferiore alla Chaux-de-Fonds, eretta in un vallone dell’alto Giura, presso la frontiera francese, a 1,100 metri d’altezza media.
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