La natura stessa del paese, che non permette alla Svizzera di rivaleggiare con le regioni vicine per l’importanza delle coltivazioni, le dà in compenso la superiorità dei prati e dei pascoli. Non ha guari, le foreste del paese erano pure largamente sufficienti;(126) ma dal principio del secolo la superficie dei boschi è di molto diminuita: in certi Cantoni, principalmente nel Ticino e nel Vallese, il diboscamento è stato fatto a casaccio, ed è noto con quali dannose conseguenze pel clima e pel regime dei torrenti. Oggigiorno, i Cantoni forestali non meritano più il loro nome, ed il bosco famoso, che serve di limite alle due metà dell’antico Cantone forestale per eccellenza, Unterwalden, è talmente impiccolito, che in molti punti quello che ne rimane sarebbe appena degno del nome di boschetto. Leggi precise sono state promulgate per la protezione delle foreste nazionali e cantonali; ma una gran parte dei boschi è divenuta proprietà privata, sebbene, secondo gli atti di distribuzione, si fosso stipulato che, dopo sei o nove anni, sarebbero stati restituiti al comune.(127) Così, di decade in decade, si vede diminuire la superficie delle foreste della Svizzera, mentre il prezzo del combustibile e del legname da costruzioni aumenta senza cessa in una proporzione molto più forte. Gli Svizzeri sono obbligati ora ad importare legname e carbone dall’estero, sebbene possiedano torbiere immense, giacimenti di lignite, e, nel Vallese, potenti strati d’antracite, ai quali manca un mercato industriale di sufficiente estensione.
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