Tutti i laghi sono orlati di larghe vie, fra le quali parecchie, come l’Axenstrasse, tagliate nella roccia viva. Le creste secondarie delle Alpi cedono pure il passo a grandi strade in tutti i loro colli principali, ed alcuni fra questi, segnatamente il Brünig, che mette Interlaken in comunicazione col lago di Lucerna, sono percorsi ogni anno da un flusso e riflusso assai considerevole di viaggiatori. Quanto ai grandi passi delle Alpi centrali, essi non hanno ancora tutti i loro sentieri primitivi cambiati in strade carrozzabili. Così il colle famoso che, dai tempi di Roma, i viaggiatori avevano messo sotto la protezione di Jupiter Pœninus (138) e che reggeva un tempio del dio, sostituito da un ospizio dei frati di San Bernardo, offre sempre al movimento degli scambi fra la Svizzera e l’Italia solo una tortuosa strada mulattiera. Il Lucomagno, che è, dopo la Maloggia dell’Engaddina, il colle meno alto della cresta centrale delle Alpi, aspetta pure una via carrozzabile. Il Septimer era utilizzato dai Romani e la sua strada raggiungeva quella del San Bernardino, da una parte a Curia (Coira), dall’altra a Clavenna (Chiavenna); a’ giorni nostri, è superato su per un semplice sentiero. Ma nuovi passi, un tempo abbandonati agli orsi, sono stati conquistati dall’uomo. La strada più importante che attraversa le Alpi della Svizzera, quella del San Gottardo, penetra in vallate che le legioni romane non conoscevano;(139) se ne cita il nome per la prima volta nel 1162. Quattro altre vie internazionali passano dall’un versante all’altro delle Alpi svizzere; per ordine di traffico sono le strade del Sempione, dello Spluga, del San Bernardino, della Maloggia.
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