Dopo la battaglia di Morgarten, la Lega si fa più stretta, e troviamo per la prima volta (1315) il nome di Eidgenossen nel trattato di Brunnen. Lucerna, chiave del lago, si unisce alla lega, e Zurigo, città anche allora prepotente pe’ suoi commerci, con altri patti, ne segue l’esempio. Così fanno, pochi anni dopo, Zug e Glarona, e i Waldstätten, fatti arditi dal successo, stringono alleanza con Berna, che presiedeva ad una specie di federazione formata dalle città di Bienne e Soletta. Ed ecco la prima alleanza, formata di otto Cantoni, stretti da patti singoli e diversi, tanto che non tardano a prorompere le rivalità, quando anche nella Svizzera le conquiste nuove mettono a pericolo l’alleanza. Ma grazie a Nicola de Flüe il covenant di Stanz si scioglie in pace, creando agli otto Cantoni una posizione eguale nel mantenimento della pace, nel diritto comune, nelle conquiste, e aggiungendo loro Soletta e Friburgo. Quando poi le guerre collo Svevo minacciano il centro d’Europa, Basilea e Sciaffusa entrano nella lega, Appenzell stringe nuovi e più saldi patti e si forma così la confederazione di tredici Cantoni. Amano l’indipendenza, senza risalire ai diritti dell’uomo; la libertà non è un ideale filosofico, ma un sistema sovente molto incompleto di diritti positivi, i quali si trasmettono di padre in figlio, quasi un bene patrimoniale. I Cantoni non arrivano al sublime concetto della sovranità popolare, ma si fanno innanzi con le vecchie pergamene, invocando diritti acquisiti, concessi o riconosciuti da imperatori, da re, da baroni, da abati.
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