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      Ma già appare una prima diversità. Il montanaro non può più soffrire neppure una soggezione nominale: indi le lotte e le alleanze che presiedono alla formazione di qualche Cantone, dove si conserverà a lungo una subfederazione, come fra le decanìe della valle del Rodano, o meglio fra le giurisdizioni della Rezia. Invece altrove, come a Sciaffusa e a Zurigo, per uno svolgimento storico conforme a quello dei nostri comuni, il governo cade in mano alle corporazioni artigiane; la incompleta unità, le condizioni topografiche, il lavoro, fanno preferire la democrazia rappresentativa e a capo della città troviamo il Borgomastro. In alcune altre città prevale l’elemento feudale; la Borghesia tiene stretto il potere e il Consiglio grande esce dal piccolo che si serra sempre più; così l’aristocrazia bernese vive e muore come la veneta, salvo che il capo dello Stato conserva l’antico nome feudale di sculdascio, del quale esercita le funzioni.
      Queste diversità innocenti ne creano presto di nocevoli. I borghesi e gli artigiani arrivati al potere esagerano l’esclusivismo che aveano rimproverato ai patrizî e formano un’aristocrazia più gelosa della prima. La borghesia diventa in Svizzera una vera aristocrazia, con leggi, consuetudini e una storia propria, spesso macchiata di sangue. Accanto alle classi privilegiate si formò una popolazione di domiciliati, di nativi, che diventò la plebe della nuova aristocrazia. I paesi acquistati in guerre comuni o altrimenti erano tenuti soggetti, e governati con landvogt o balivi, mostruosa inconseguenza, cagione di frequenti litigi.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume 1 - Introduzione generale - L'Europa centrale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1884 pagine 1407

   





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