Nella Svizzera troviamo tutte le forme di democrazia, perchè la costituzione federale esclude solo la monarchia e l’immobilità, tutti i sistemi religiosi d’Europa, dal calvinismo all’infallibilismo, tutte le forme di rapporti fra Stato e Chiesa, dall’assoluta libertà alla chiesa cantonale. Accanto al libero scambio, alla mancanza di privative letterarie e industriali, si mantiene più d’un vincolo alla libertà del lavoro, più d’una violazione alla legge dell’offerta e della do-manda. Troviamo tutti i sistemi di finanza, dalle regalie all’imposta unica sui capitali o sulla rendita o assieme, proporzionale o progressiva. Ogni villaggio ha la sua scuola, ogni città il suo collegio e cinque grandi istituti spandono l’istruzione superiore e tengono alto il nome scientifico e letterario del paese. Una città di 50,000 abitanti, Basilea, consacra all’istruzione mezzo milione e dà 3000 lire di stipendio ai maestri elementari; Neuchâtel ha scuole, musei, istituti, ospizi come pochi altri Stati anche grandi. Perchè oltre e più dei bilanci pubblici vi concorrono con fondazioni e donazioni i privati: lo Svizzero fa per la patria, inspirato dal più nobile dei sentimenti, quello che il pauroso cristiano del mille faceva pel convento o per la Chiesa.
Le istituzioni politiche della Svizzera presentano, insomma, non minore interesse del suolo e degli abitanti. Alcune le sono siffattamente proprie che non potrebbero essere imitate altrove; altre sono antiquate e disadatte a più vaste e disuguali società; ma ve n’ha anche parecchie che si possono studiare con profitto ed imitare facilmente e con grande vantaggio.
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