III. -- LA FERROVIA DEL GOTTARDO.
La ferrovia del Gottardo è forse la più grande opera che abbiano sino ad ora compiuta la mente ed il braccio delle genti moderne. Il valico sotto al quale passa non era consueto agli antichi, e bisogna venire dopo il mille per trovare qualche traccia di sentieri nella valle superiore della Reuss, opere di poveri montanari, rozzamente costruiti e poco frequentati. Nel 1240 passarono pel Gottardo i delegati svizzeri che si recarono al campo di Federico II in Faenza; poi la storia di questa strada, onde presto fu riconosciuta l’importanza, si confonde a quella della Confederazione. Di là delle Alpi la lega dei Cantoni procurò al Gottardo, se non piena sicurezza, franchigia di pedaggi imperiali; ma sul versante italiano i viaggiatori furono per molto tempo molestati dalle guerre o dalle ruberie d’ogni sorta. In principio del secolo XV i montanari d’Uri e i loro alleati si impadronirono della valle del Ticino, e dopo una serie di vittorie e di sconfitte, profittando delle discordie italiane, vi si stabilirono come sovrani.
In questi secoli, sebbene la strada del Gottardo avesse assunto una importanza militare, non se ne aveva maggior cura di quella necessaria a riparare i danni delle valanghe, delle frane e delle inondazioni. Ma aperte nel 1818 e nel 1823 le strade del San Bernardino e dello Spluga, i Cantoni che sono sulla via del Gottardo s’avvidero che avrebbero perduto la maggior parte dei loro commerci, se non avessero costruita una strada carrozzabile.
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