Le memorie di Bekh e Gerwig per la parte tecnica, di Koller, Schmidlin e Stell per la commerciale, di Lommel e De Salis per il Sempione, e le descrizioni di Berglepsch e Rambert danno ogni desiderabile notizia. Qui basti notare, che nella primavera del 1866 l’Italia dava la preferenza al Gottardo e poco appresso anche il Canton Ticino si decideva per questo valico; che la Prussia, meno direttamente interessata, seguì l’esempio dell’Italia, e ad essa tennero dietro il Baden e il Wurternberg. La guerra del 1866 interruppe i negoziati intrapresi; ma si continuarono poi, lenti, complicati, difficili. Intanto si completarono i tracciati, e nel 1869 si potè radunare a Berna una conferenza per ripartire la spesa; due anni dopo una convenzione stringeva assieme la Svizzera, l’Italia e la Germania, per l’esecuzione della grande intrapresa.
Si trattava di costruire le linee Zug-Arth, Lucerna-Inmensee-Goldau-Bellinzona e poi da Bellinzona a Chiasso, a Locarno ed a Pino. La linea del Gottardo doveva avere una grande galleria diretta, a due binari, con pendenze non maggiori del 25 per cento. La sovvenzione era fissata a 85 milioni: 45 forniti dall’Italia, 20 dalla Svizzera, 20 dalla Germania. Su queste basi si costituì il 6 dicembre 1871 a Lucerna la Compagnia del Gottardo con un capitale in azioni di 80 milioni, e fu affidata la direzione dell’impresa ad A. Escher, quella dei lavori all’ing. Gerwig. L’ing. Favre si accollò la costruzione della grande galleria in otto anni, ed incominciò i lavori il 13 settembre 1872.
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