Per alcuni anni i lavori progredirono rapidamente, e furono costruite le linee del Ticino e condotto bene innanzi il gran traforo. Ma in quelle linee s’era speso più del doppio dei preventivi, e si cominciò a prevedere il fallimento della Compagnia prima che il Gottardo fosse aperto. Il Consiglio federale volle un rapporto ed apparve l’errore dei computi; l’ing. Hellwag, succeduto al Gerwig, computò il disavanzo probabile a 102 milioni. Allora si deliberò di sacrificare le linee Zug-Arth, e Lucerna-Immensee; di costruire le linee a un solo binario, dove i due non erano assolutamente necessarî, di introdurre in tutta l’impresa grandi e piccole economie, e di chiedere altri 40 milioni, quanti risultavano, anche con coteste economie, necessarî.
Allora nuove e più acri dispute si sollevarono, mentre i disinganni e le perdite subite eccitavano gli animi, e nulla guarentiva che i nuovi computi fossero migliori dei vecchi, e non esponessero a nuovi disinganni. La Svizzera doveva dare otto milioni, l’Italia dieci e otto la Germania. Il Consiglio federale riuscì a gran fatica ad ottenere una maggioranza a favore di cotesto sussidio, il primo dato dalla Confederazione, promettendo eventualmente altri 4 milioni per ciascuno dei due passaggi, Sempione e Spluga, e riducendo anche la sovvenzione pel Gottardo a 4 milioni, oltre a due per la linea del Monte Ceneri, che era stata pur essa sacrificata negli ultimi computi alle strettezze dell’impresa.
In principio del 1879 i lavori venivano ripresi e condotti innanzi con grande attività sotto la direzione dell’ing.
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