Egli è che realmente questi corsi d’acqua, messi per traverso alla direzione seguita nella loro marcia dai popoli e dagli eserciti che risalivano o discendevano il Danubio, costituiscono ostacoli che un tempo erano veramente serî. Le correnti torrenziali, con le rocce sparse nel loro campo d’inondazione, i terreni acquitrinosi delle loro rive o le colline dirute che le orlano, il loro letto incerto e mutevole, sparso di frane, la rapidità del loro corso, erano nella maggior parte, almeno in qualche stagione, condizioni più difficili ad affrontare che il valico del gran Danubio, nel quale almeno flottiglie di battelli possono manovrare a loro agio: anche quando ognuna di quelle correnti, presa singolarmente, non arrestava gl’invasori che per poco tempo, nel loro insieme creavano imbarazzi tanto più grandi, in quanto presso il loro sbocco si trovavano i castelli di difesa e gruppi di popolazione tanto considerevoli da potere opporre una seria resistenza. Così i Magiari hanno, a nord ed a sud del fiume, i due fiumi della Morava e della Leitha per frontiere occidentali; nel secolo decimo, quando si spingevano molto più ad ovest, si trovavano arrestati dall’Enns, poi furono ricacciati fino al torrente d’Erlaf. L’Enns, loro antica barriera, separa ancora le due provincie dell’Austria propriamente detta. L’Inn inferiore ed il suo affluente, la Salza, servono di limiti fra gli Austriaci ed i Bavaresi; allo stesso modo, più ad ovest, il Lech e l’Iller sono linee naturali di divisione fra popolazioni diverse per origine e dialetto.
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