I nomi di famiglia e di luogo lo provano colla loro etimologia romanza, e si possiedono documenti che lo constatano. Nel secolo nono, si parlava ancora romanzo sul Brennero; nel secolo XVI questa lingua erasi mantenuta in una gran parte del Vorarlberg; cent’anni fa, i montanari la adoperavano nel Vintschgau, sull’Adige superiore, ed anche in questo secolo parecchie valli nelle quali non si parla più che il tedesco erano abitate da contadini di lingua ladina. Le sole parti del Tirolo in cui i dialetti del paese pare non siano stati romanzi, sono, oltre ad alcuni arcipelaghi, la valle media dell’Inn e, nel cuore delle montagne, il Pusterthall, vale a dire i bacini superiori della Rienz e della Drava. L’influenza slavona ha contribuito dal suo canto, nel Pusterthal, ad allontanare le popolazioni d’idioma ladino, perchè parecchi villaggi di questa regione portano nomi slavi, ed anzi d’uno fra essi, Windisch Matrei, situato nella valle alta dell’Isel, a sud-ovest del Gross-Glockner, affermasi espressamente che fosse popolato dai Vendi. Così pure si è voluto identificare il nome di Vintschgau con quello di Windische Gau, regione dei Vendi; ma è probabile che gli Slavi si siano spinti così innanzi nelle Alpi centrali, sino alle frontiere della Svizzera?(39)
I conquistatori baiovari o bavaresi, i coloni svevi venuti dalle pianure del nord-ovest, gli Slavi germanizzati avanzatisi per la vallata della Drava, i Goti ed i Longobardi respinti d’Italia, re-strinsero a poco a poco il dominio degli idiomi ladini; non meno di quattro o cinquecentomila abitanti si trovano nella regione lentamente germanizzata.
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